NOLA- Un mandato di pagamento non giustificato emesso a luglio scorso. Questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso di inganni messo in piedi (stando all’attuale fase dell’inchiesta) all’interno di uno degli uffici del Comune di Nola, quello di Ragioneria. Come riportato da ilgiornalelocale.it, le accuse che hanno dato vita all’inchiesta soprannominata “Mandatopoli” nolana risalgono a pochissimo tempo fa. Il 13 luglio scorso infatti fu emesso un pagamento a favore di una privata cittadina, ammontante ad oltre 10mila euro. Questo pagamento sarebbe relativo a spese per oneri di urbanizzazione relativi al quinquennio divenuto oggetto di indagine, ovvero 2004 e 2009.
Lo ha spiegato anche l’assessore al Bilancio Antonio Russo, convocato in Commissione Bilancio. Tale condotta attribuita finora ad una singola dipendente -dimissionaria alla vigilia dello scandalo- sarebbe giustificata dal fatto che i pagamenti in questione si basano sui cosiddetti “residui passivi” risalenti al quinquennio incriminato e prima. Soltanto “scavando” in questi residui, ha dichiarato Russo in Commissione,era possibile a chi aveva messo in piedi il sistema poter giustificare i mandati di pagamento in favore di ditte e di privati compiacenti.
Emerge così anche l’indiretta responsabilità di quei dirigenti del Comune di Nola (tranne Felice Maggio che ha adempiuto alla richiesta dell’amministrazione, ha ribadito l’assessore Russo) che nel corso degli anni non hanno emesso la determina di cancellazione dei residui attivi e passivi non più esigibili.