Mugnano del Cardinale. Prezzi alle stelle come la rabbia dei negozianti. A Mugnano è scattata la rivolta fiscale degli esercenti dopo la stangata imposta dall’amministrazione sulla Tares, la tassa che associa rifiuti ed igiene urbana. Aumenti vertiginosi, complici i costi di Irpiniambiente. Aumenti che fanno gridare allo scandalo i titolari delle attività commerciali del paese mandamentale. Nei giorni scorsi è stata pure convocata una riunione con Confcommercio, i gestori di locali vogliono risposte dalla maggioranza dopo l’esoso incremento della tassa che rischia di strangolare i commercianti che già affrontano un periodo di crisi economica. Le cifre parlano chiaro. Chi gestisce una pizzeria, una pescheria o un fioraio arriverà a pagare fino a 4442, 72 euro su 100 metri quadri di locale. Fino a 6858,56 euro dovrà sborsare il proprietario di un ristorante o una trattoria, per la stessa metratura. Un supermercato, una macelleria, una panetteria dovranno far fronte al pagamento di 2025,76 euro, un salumificio pagherà 663,36 euro. In media si calcola un aumento del 600%. E non va meglio per le abitazioni private che subiscono un incremento del 100%: una abitazione di 100 metri quadri con un solo inquilino pagherà 203,61 euro, 351,23 euro per due componenti e se si arriva fino a 6 o più occupanti si sborseranno 730,28 euro. I numeri di questa mazzata fiscale vengono forniti dal “Movimento per Mugnano del Cardinale”, gruppo di opposizione composto dai consiglieri Lucio D’Apolito, Concetta Bianco e Dimitri Guerriero che ha convocato per questa mattina alle 10,30 in piazza Umberto I un incontro pubblico cui è invitata anche l’amministrazione comunale, in primis il sindaco Nicola Bianco. “Abbiamo organizzato questo dibattito per spiegare ai cittadini le ragioni della stangata- spiega Lucio D’Apolito-. Una situazione creatasi per colpa della cieca adesione della nostra maggioranza ad Irpiniambiente, il cui servizio paghiamo quasi un milione di euro l’anno. Oggi il sindaco promette ai commercianti che rimodulerà le aliquote per venire incontro ai commercianti, ma una scelta simile si ripercuoterà su altre categorie. E’ un cane che si morde la coda, una situazione che danneggerà tutti i cittadini”. Tra le soluzioni proposte dal Movimento: “Migliorare i livelli di raccolta differenziata, organizzando un porta a porta capillare così da risparmiare 20mila euro l’anno. Con questa strategia, si potranno ottenere anche sgravi sulla pressione fiscale legata al servizio ambientale”.