di Nello Lauro (Il Mattino)
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CICCIANO – Se il calcio è la metafora della vita, Cicciano è condannata a giorni davvero grigi. Un colpo, anzi per restare in tema, un calcio al passato e soprattutto al futuro del pallone cittadino. E’ quello sferrato allo stadio Vincenzo Magnotti che è stato devastato da un manipolo di vandali. Sfondate porte, distrutte suppellettili, spaccati vetri, messe fuori uso le caldaie, rubata una parte del materiale tecnico della prima squadra. Oltre a questo ci sono altre difficoltà come i fili elettrici scoperti, rifiuti di ogni genere, servizi igienici al limite della decenza e il terreno di gioco non proprio in perfette condizioni. Persino la targa che intitola lo stadio a un amministratore di Cicciano degli anni Cinquanta perde pezzi facendo dimostrare allo storico stadio comunale di viale delle Olimpiadi più dei suoi 46 anni di età (fu inaugurato nell’ottobre del 1967). Una situazione davvero difficile anche perché siamo a poco meno di due settimane dal debutto casalingo del Cicciano calcio nel campionato di Eccellenza. Uno stadio quello ciccianese che negli ultimi anni ha avuto diverse vicissitudini: dall’agibilità della tribuna, alla messa a norma della recinzione fino alla creazione del settore ospiti che lo hanno costretto anche a chiusure lunghe costringendo la compagine a peregrinare per i paesi limitrofi. Ora quest’altra tegola che rallenta e inquieta la preparazione del team del presidente Paolino Coppola al settimo anno alla guida del sodalizio biancorosso. E proprio il patron ciccianese è tra i più delusi e amareggiati per questa situazione: “E’ una strategia chiara – tuona – non ci vogliono al Magnotti. Ogni qual volta facciamo dei lavori a spese nostre ecco che il giorno dopo succede qualcosa di spiacevole. Io credo sia un vandalismo su commissione, premeditato. Anche perché – rivela Coppola – quando è arrivata la commissione della Lega per esaminare lo stadio il giorno precedente ci sono stati raid teppistici. A questo punto non credo sia una cosa casuale ma studiata a tavolino. Sono stanco e deluso, noi vogliamo giocare nel nostro stadio e nella nostra città ma se non ci vogliono ce ne andiamo”. Il numero uno della squadra è un fiume in piena: “Stiamo valutando la disponibilità per giocare su altri campi, soprattutto quello del Nola. Non vogliamo essere corteggiati ma almeno rispettati. Noi non spenderemo più un euro per aggiustare una struttura che ci vandalizzano e che altri usano senza darci una mano. Nessuno ci aiuta: la politica poi ha sempre fatto pochissimo per noi, c’è stata vicina qualche volta ma è troppo poco”. Amareggiato allo stesso modo il primo cittadino Raffaele Arvonio: “Anche noi come il Cicciano siamo parte lesa in questa situazione. Viste le scarse risorse gestiamo con difficoltà il Magnotti. Già lo scorso anno abbiamo fatto dei lavori in economia e vedere vanificati i nostri sforzi fa male all’amministrazione e alla città anche perché lo stadio è un biglietto da visita importante. Spero che non siano atti vandalici premeditati perché sarebbe una sconfitta per tutti. Noi vogliamo che la squadra resti qui anche perché il Cicciano senza scopo di lucro fa crescere i ragazzi e rappresenta degnamente la città in tutta la regione”.