di Bianca Bianco
NOLA- La camorra, così come le altre organizzazioni malavitose italiane, costituisce una chiara e presente minaccia non solo per l’Italia, ma anche per l’Unione europea. E’ una organizzazione sanguinaria, polverizzata dalle lotte intestine, guidata da tanti piccoli e grandi boss spendaccioni ed eccentrici, e con ramificazioni in Europa ed Oltreoceano. Lo mettono nero su bianco, in un dossier di 18 pagine diffuso alle istituzioni ed alle forze dell’ordine europee, i componenti dell’Europol, l’agenzia di contrasto dell’Unione europea nata per favorire lo scambio e le analisi di intelligence in ambito criminale. Una agenzia entrata in funzione 14 anni fa, il primo luglio del 1999 grazie alla ratifica di un accordo di tutti gli Stati membri. Il suo ruolo è quello di supporto degli Stati nel contrasto al crimine, in particolare al crimine organizzato. L’Europol lo dice a chiare lettere: camorra, mafia, ndrangheta e sacra corona unita pugliese non sono una minaccia solo italiana, ma una minaccia per tutti gli stati europei, vista la capillare presenza dei clan e delle famiglie in diverse nazioni in cui stabiliscono e incentivano parte dei loro affari. La camorra campana, per esempio, è ben radicata, scrivono i giudici europei, nei Paesi Bassi, in Germania, in Svizzera, nell’Europa dell’Est, negli Stati uniti e nell’America Latina. I traffici che alimenta fuori i confini nazionali sono diversi: dalla droga al contrabbando di sigarette, dalla contraffazione dei marchi (grazie anche alla falsificazione made in China o a quella sovvenzionata dai clan localmente). Ma non solo. Sia la camorra che le altre ‘mafie’ sono attualmente così forti da riuscire a manipolare le consultazioni elettorali ed a mettere uomini di fiducia anche nelle amministrazioni di territori lontani dalla loro sfera diretta di comando. Una minaccia che, si legge, “non ha altri eguali in Europa” soprattutto perché in tempi di crisi sono in grado di fare affari maggiori, a monopolizzare diversi settori produttivi a falsare gli esiti di gare d’appalto e ad investire nei settori che stanno emergendo, come (paradossalmente) l’energia verde ed il web, pur restando ancorati ai “classici” traffico di droga, riciclaggio di denaro, corruzione, traffico di rifiuti. Pur avendo molti punti in comune, mafia, camorra, ndrangheta e sacra corona unita hanno delle differenze che sono tratteggiate nel report di 18 pagine di Europol. Cosa nostra è la più antica e quella che ha saputo estendere i propri tentacoli affaristici all’estero con maggiore profondità. La ndrangheta è quella diventata dagli anni Novanta la più ricca; la mafia pugliese (spesso identificata con la sacra corona unita) è quella ancora sfuggente per le sue frammentazioni. E la camorra campana? La camorra campana è quella più sanguinaria, più polverizzata dalle lotte interna, quella che è ancora ritraibile con schemi antiquati che riguardano soprattutto la figura dei boss, descritti come eccentrici e spendaccioni. Degli Scarface di casa nostra, insomma. Un quadro che è venuto fuori dalle decine di arresti degli ultimi anni. I capiclan campani, soprattutto quelli del Napoletano e di Napoli, non sono più coppola e lupara. Gli ultimi boss ‘di campagna’, con stili di vita apparentemente umili e morigerati e latitanze poco dorate forse sono stati proprio Pasquale Russo e il fratello Salvatore, stanati nel 2009k, dopo 15 anni di latitanza, in masserie periferiche. Lontani dai fasti economici che avevano messo in piedi in decenni di malaffare. No, la camorra campana di oggi è ben diversa, dicono i componenti dell’Europol. La camorra oggi è una organizzazione che estende i suoi tentacoli in tutta la Campania, ma che è più oppressiva nelle province di Napoli e Caserta. Viene descritta come una organizzazione di tipo ‘orizzontale’ in cui clan e famiglie, spesso alleate tra loro per i loro affari, formano cartelli. Cinonostante non è granitica, ma estremamente “volatile”, scrivono proprio così, nelle relazioni esterne ed interne. Una delle principali caratteristiche del “sistema” (è così che i camorristi chiamano la camorra) è l’assoluta mancanza di un comando unificato, o di un organigramma. Manca, insomma, la “Cupola” di siciliana memoria. Una caratteristica che la rende se possibile più pericolosa. Una caratteristica che ritroviamo anche nell’area nolana; l’ultimo clan nato dalle ceneri dei Russo è stata la Nuova alleanza nolana che, a ben guardare, non aveva un vero e proprio leader, ma una serie di piccoli boss (per lo più ex manovalanza dei clan “grossi” autodichiaratasi nuovo clan sul territorio). La N.a.n è un piccolo clan polverizzato e senza una riconoscibile guida, non per questo meno pericoloso. Questa mancanza di una ‘guida’, dice l’Europol, se da un lato determina una debolezza rispetto alla super strutturata mafia, dall’altra è la sua forza perché questa anarchia si riflette pesantemente sulle popolazioni controllate. Per esempio, il pizzo viene chiesto da più clan. E’ successo anche da noi, proprio con l’emergere della Nan: più estorsori, chi a nome dei Nino, chi ancora a nome dei Russo, si presentavano per riscuotere la tangente. Nell’area nolana però la forza della camorra è meno potente rispetto a Napoli e hinterland e Casertano. Proprio nel casertano dove è in costante ascesa l’unico sodalizio più o meno assimilabile ai ‘siciliani’ perché strutturato nonostante arresti e sequestri che lo hanno quasi decapitato. A Napoli invece gli storici clan hanno perso territorio ed affari, e la guerra nell’area nord tra scissionisti e Di lauro è ancora in auge. Qui è il traffico di droga ad orientare le battaglie tra camorristi, con una influenza che si ripercuote anche a livello internazionale visto che il clan che ‘vince’ può assicurarsi un dominio tale sullo spaccio da permettergli di alterare anche i delicati equilibri transnazionali. Un capitolo a parte meritano i boss. Che, dicevamo, non sono più coppola e lupara come nell’immaginario romanzesco e cinematografico europeo. I boss campani sono ritratti come persone eccentriche, con vestiti di marca, artigianali, amanti che si atteggiano a vip, auto di lusso e costi stravaganti. Uno stile di vita così doratocce però mette a rischio loro stessi, visto che non riescono a mantenere un basso profilo. Ma nello stesso tempo esercita sempre più fascino sui ragazzini, che li prendono a modello e che finiscono per farsi attrarre da questi stili di vita preferendoli a una vita onesta. Così è ritratta dall’Europol, la camorra campana: cafona e amante del lusso. Grazie soprattutto ai ricavi dei suoi affari mondiali. Affari radicati in molti stati europeo e Sud America oltre che negli Stati Uniti. Secondo il rapporto degli Usa sulla lotta alla malavita organizzata internazionale licenziato nel luglio 2011, la Camorra è una delle quattro ‘mafie’ più potenti nei confini americani. Una minaccia globale, insomma. Una bomba ad orologeria criminale il cui sinistro ticchettio si sente a pochi, pochissimi passi da noi. Ma che ha una eco nel mondo.