“Sinistra, Ecologia e Libertà dell’area nolana esprime la massima indignazione per l’attacco vile e meschino nei confronti del Vescovo di Nola Beniamino Depalma da parte della dirigenza Fiat e tutta la solidarietà militante a chi come i cassaintegrati di Fiat Pomigliano lottano tutti i giorni per il diritto al lavoro e per una vita dignitosa.
Il 15 Giugno scorso fuori ai cancelli Fiat di Pomigliano si svolgeva una manifestazione dei cassaintegrati per denunciare l’arroganza della dirigenza nel voler perseguire la strada di discriminare i lavoratori facendo lavorare due sabato in più chi già possiede un reddito anche se misero rifiutando la possibilità di attuare contratti di solidarietà proposti dalla FIOM.
La volontà di riaffermare il diritto da parte di Fiat a decidere chi deve guadagnare e chi no anche in presenza di un aumento di produzione è un atto che SEL giudica, questo si, di violenza. Bollare, come invece ha fatto la Fiat, il vescovo di Nola come colui che tradendo la sua missione pastorale ha dato solidarietà a prevaricatori partecipando a quella manifestazione, ci sembra invece l’ennesimo tentativo di giustificare una condotta meschina e volgare che sta sempre di più isolando la Fiat e la sua dirigenza dalla società italiana e dalle sue rappresentanze politiche e istituzionali.
I compagni di SEL presenti alla manifestazione raccontano di un clima dove si è cercato il dialogo, capannelli e discussioni fra chi è dentro e chi è fuori hanno trovato momenti di solidarietà e rispettive istanze sono state poste come base per ritrovare l’unità dei lavoratori.
La gestione della dirigenza Fiat è stata un fallimento in termini produttivi e sociali, dissipare enormi risorse economiche pubbliche per incapacità manageriali cercando di affermare che il problema sono i diritti dei lavoratori e chi, come il vescovo Depalma o come il prete Don Peppino Gambardella, manifesta solidarietà ai deboli la dice lunga di quanto sia urgente per il nostro paese una nuova classe politica e dirigenziale.
SEL dell’area nolana auspica una sempre più coesa unità tra i lavoratori, un fronte comune tra lavoratori e società tutta, per sconfiggere il disegno della Fiat di decidere per tutti senza che Sindacato, Magistratura, Istituzioni civili e Ecclesiastiche possano neanche criticare tale operato”.