sabato, Novembre 23, 2024
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Cicciano: sindaco e giunta tagliano stipendio, ma la spesa resta alta

di Nello Lauro

CICCIANO – E’ stata la prima delibera di giunta comunale del Raffaele Arvonio parte seconda. L’esecutivo formato dal primo cittadino, dal vicesindaco Maria De Riggi e dagli assessori Giovanni Corrado, Nicola Dell’Anno, Gennaro D’Avanzo e Giovanni Marino ha deliberato all’inizio della scorsa settimana il taglio del 25% dell’indennità di carica. “Un segnale forte alla città – afferma Raffaele Arvonio – in un periodo di crisi non solo per Cicciano ma per tutta la Nazione e anche perchè questo è stato tra i punti del nostro programma elettorale”. Un quarto in meno rispetto a quello che prevede la legge. Esaminiamo nello specifico i tagli autoimposti dalla giunta di corso Garibaldi. Al sindaco Raffaele Arvonio spetterebbero 2788 euro lordi al mese ma con i tagli lo “stipendio” scenderà a 1672 euro (20064 euro netti all’anno). Il vicesindaco Maria De Riggi avrebbe dovuto percepire 1533 euro lordi invece riceverà ogni fine mese 919 euro (11028 netti all’anno). I quattro assessori Giovanni Corrado, Nicola Dell’Anno, Gennaro D’Avanzo e Giovanni Marino senza i tagli avrebbero intascato 1254 euro mensili ora invece riceveranno 752 euro (9024 euro netti all’anno). Al presidente del consiglio comunale Antonio Amato dovrebbero andare 278 euro (3336 euro annui), mentre il gettone di presenza per i consiglieri comunali (per commissioni consiliari e civici consessi) è di circa 20 euro. Ogni consiglio comunale costa circa 340 euro mentre ogni commissione consiliare comunale (sono 5 come gli assessorati) composta da 5 componenti pesa per 100 euro a seduta al giorno (i gettoni non sono cumulabili tra loro). Una spesa che sfonda ampiamente il tetto dei 100mila euro all’anno: un costo per difetto visto che non è possibile calcolare quanti consigli comunali e quante commissioni consiliari vengono svolte durante i 365 giorni dai 17 amministratori pubblici. Una somma che moltiplicata per 5 anni di legislatura supera ampiamente il miliardo delle vecchie lire. Un taglio deciso certo ma non netto. La spesa per la res pubblica resta alta in un periodo difficile come quello attuale.

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