venerdì, Novembre 22, 2024
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A Cicciano la minoranza sale sull’Aventino e scrive al Prefetto: “No al Consiglio se non garantiti”

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CICCIANO – A Cicciano l’opposizione consiliare sale sull’Aventino e scrive al Prefetto di Napoli Francesco Musolino chiedendogli di “salvaguardare l’agibilità democratica” del consesso consiliare e preannunciando l’astensione dal Consiglio finché non si sentiranno “garantiti nell’esercizio” del loro mandato. La lettera è stata inviata per conoscenza a sindaco, capogruppo di maggioranza, presidente del consiglio comunale e segretario comunale.

 

L’elenco di accuse rivolte dai consiglieri di minoranza all’attuale amministrazione sono diverse, e spaziano dal presunto ostracismo della maggioranza fino alle difficoltà palesate nei loro confronti dai funzionari comunali; dalle presunte irregolarità nello svolgimento delle attività consiliari fino a quelle nella formazione delle commissioni. Una lunga lista di comportamenti e fatti che minerebbero lo svolgimento delle loro funzioni e richiede l’intervento immediato del rappresentante dell’Ufficio territoriale del Governo Musolino.

Nella diffida i consiglieri citano lo svolgimento del primo consiglio comunale, quello di insediamento svoltosi il 10 giugno scorso, nel corso del quale si sono verificati i primi episodi messi all’indice come l’appello dei consiglieri presenti (avvenuto in ritardo) o il clima “da stadio” nell’aula consiliare, sedato “con poca convinzione” dal primo cittadino. Al prefetto viene anche illustrata la polemica sulla presunta inagibilità del centro Nadur in cui si svolgono le sedute consiliari avvenuta nel primo consiglio. Nonostante le rimostranze della minoranza sul tema “il  presidente del consiglio comunale- sottolineano-  ha convocato la seduta del aver provveduto ad assicurare i consiglieri comunali di minoranza circa il possesso dei requisiti Cpi (certificato prevenzione incendi) dell’auditorium del Centro Sociale “Nadur””.

Tra le accuse mosse, anche quella di essere ostracizzati dai funzionari comunali (“che impediscono l’acquisizione di documentazione, su preciso ordine della maggioranza” dicono in sintesi i consiglieri). I consiglieri sarebbero stati ostacolati dai dipendenti perché “recandosi presso gli uffici del Comune, nello svolgimento della loro normale attività, hanno incontrato una serie di difficoltà da parte dei funzionari, che lasciano intendere di aver ricevuto precise disposizioni in merito e finalizzate a impedire ogni accesso alla documentazione di competenza del Consiglio da parte dei Consiglieri oltre ad innumerevoli episodi di comportamenti non ossequioso del galateo istituzionale e dei diritti riconosciuti ai consiglieri di minoranza”.

Le accuse si spostano poi sulla gestione della materia consiliare da parte della maggioranza  (una conferenza di capigruppo convocata senza verificare la disponibilità dei convocati il primo luglio; pubblicazioni di delibere di consiglio comunale senza il preventivo invio ai consiglieri comunali) e sulla macchina amministrativa. In questo caso, lanciano gravi accuse sul presunto utilizzo delle banche dati dell’Ufficio tributi da parte di persone estranee al contesto dell’ente. Scrivono i consiglieri di essere venuti “a conoscenza di una diffida-denuncia effettuata dal Segretario Generale del Comune di Cicciano che nei contenuti rilevava la presenza di personale …”estraneo”…all’attività amministrativa operare sulle banche dati Ici dell’ufficio Tributi” .

Si legge ancora nella nota che lo scorso 12 luglio si è tenuta una riunione della Commissione tecnica legge 219/81 nominata dal consiglio comunale decaduto a novembre. “La predetta convocazione è illegittima- si scrive-  in quanto questo consiglio comunale non ha ancora provveduto alla nomina della commissione tecnica legge 219/81 e quindi non erano presenti membri a garanzia delle minoranze consiliari, eletti alle elezioni tenutesi a maggio scorso”.

Da queste premesse scaturisce la missiva al prefetto di Napoli, cui si denuncia “la condizione di evidente difficoltà incontrata nello svolgimento di controllo proprio dei consiglieri di minoranza e dei diritti degli stessi e si chiede contestualmente al Sindaco e al Presidente del Consiglio un incontro istituzionale volto a definire e chiarire le situazioni incresciose che si sono determinate” entro 5 giorni. Annunciano inoltre l’astensione da tutti i consigli, fino a che non si sentiranno “garantiti”.

 

 

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