domenica, Novembre 24, 2024
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L’urlo del vescovo Depalma contro l’usura: “Il Nolano si è disumanizzato”

Un messaggio sulla carità e sulla solidarietà, ma anche un durissimo atto di accusa,  quello che quest’anno il vescovo di Nola ha indirizzato ai fedeli della sua Diocesi in occasione della memoria liturgica di San Paolino, patrono di Nola e protettore della diocesi. Padre Beniamino Depalma pone l’accento sui gravissimi problemi sociali che la comunità che amministra oggi si trova a dover affrontare. Accuse gravissime: “Il nostro territorio è oggi il regno incontrastato degli strozzini, dei cravattari, degli usurai? Centinaia di famiglie e commercianti sono stritolati. La disperazione li ha condotti sull’uscio dell’inferno. Una fiamma li ha immediatamente avvolti. Dei loschi figuri senza coscienza si sono appropriati dei loro soldi, delle loro case, dei loro affetti, dei loro sogni, del loro futuro. San Paolino griderebbe di rabbia e di vergogna, e si rivolgerebbe a noi, “gente per bene”, per chiederci con crudezza: cosa state facendo?”.

Il presule torna sulla piaga dell’usura che attanaglia il territorio, accusa la “disumanizzazione” del territorio nolano, e propone una soluzione: “Possiamo  aprire  le finestre  delle  nostre  case  ormai  diventate  fortezze.  Guardare  in faccia  le  persone.  Individuare  per  tempo  i  casi  al  limite  della disperazione.  Segnalarli  alle  istituzioni,  ai  servizi  sociali,  alle parrocchie,  alla  Caritas,  alle  associazioni  laiche  e  cattoliche antiracket. Una comunità non è tale solo quando festeggia il Santo Patrono. Una comunità è tale quando sa essere un collettivo e un collettore di speranza”.

Un messaggio che mira a scuotere le coscienze perchè si riscopra la scelta del Vangelo come scelta radicale, scelta che non prevede compromessi. Un messaggio che invita alla conversione con parole dirette anche a quanti delinquono.

Ecco il testo del messaggio:

Carissimi,

la porta di casa di San Paolino era la porta della carità e della solidarietà. Chi aveva fame, chi aveva sete, non aveva nemmeno bisogno  di  bussare.  Entrava,  era  accolto,  riceveva  pane,  acqua, conforto, Parola. Cosa trova oggi chi è in difficoltà e bussa alla nostra porta? Un piatto caldo? Una bevanda dissetante? Un sostegno economico e morale? Oppure sottospecie di uomini pronti a usare le difficoltà per distruggere i loro fratelli? Il bene c’è. Tanti preziosissimi invisibili, intorno a noi, fanno ogni giorno il loro dovere per rendere migliore la città. Ma c’è anche il male, è forte e ha un nome terribile: usura. È un male soffocante. Organizzato. Spietato. Spregevole. È il braccio violento e terrificante della camorra. Non ha nulla di nobile. È un cancro. È la negazione del Vangelo, è la negazione della Parola di Dio che propone accoglienza, generosità, gratuità, amore, giustizia.

Ogni giorno ricevo tante persone disperate e tante richieste di aiuto.  In  ciascuno  di  quei  volti  leggo  una  profonda  e  totale solitudine. Forse oggi la diocesi di Nola non è più la casa aperta di San Paolino? Il nostro territorio è oggi il regno incontrastato degli strozzini,  dei  cravattari,  degli  usurai?  Centinaia  di  famiglie  e commercianti sono stritolati. La disperazione li ha condotti sull’uscio dell’inferno. Una fiamma li ha immediatamente avvolti. Dei loschi figuri senza coscienza si sono appropriati dei loro soldi, delle loro case, dei loro affetti, dei loro sogni, del loro futuro. San Paolino griderebbe di rabbia e di vergogna, e si rivolgerebbe a noi, “gente per bene”, per chiederci con crudezza: cosa state facendo? Perché non  siete corsi  voi  in  soccorso  di  queste  persone?  Paolino  ne chiederebbe conto a ciascuno di noi, come cittadini, e alle istituzioni chiamate alla prevenzione, alla repressione e alla solidarietà. Paolino ci spingerebbe a dire “basta” a silenzi, timidezze, paure, omertà, connivenze.

Svegliati, Chiesa di Nola. L’egoismo e l’indifferenza ci stanno disumanizzando. Ci garantiamo la quiete privata, ma chiudiamo gli occhi sulle grida lancinanti dei nostri concittadini. Beh, così non arriveremo da nessuna parte. Il danno morale alla nostra terra è enorme, e quello economico non è da meno. Si disperdono risorse umane, capitali, ricchezze che potrebbero servire al benessere di tutti, e non all’ingordigia di pochi delinquenti. Cosa  possiamo  fare?  Molto,  moltissimo.  Possiamo  aprire  le finestre  delle  nostre  case  ormai  diventate  fortezze.  Guardare  in faccia  le  persone.  Individuare  per  tempo  i  casi  al  limite  della disperazione.  Segnalarli  alle  istituzioni,  ai  servizi  sociali,  alle parrocchie,  alla  Caritas,  alle  associazioni  laiche  e  cattoliche antiracket. Una comunità non è tale solo quando festeggia il Santo Patrono. Una comunità è tale quando sa essere un collettivo e un collettore di speranza. Quando ciascuno si sente parte di un tutto da salvaguardare,  difendere  e  promuovere.  Una  comunità  è  tale quando sa essere una rete organizzata di bene e generosità.

Noi abbiamo le qualità e le virtù per rispondere all’assalto del male.  Abbiamo  l’esempio  luminoso  di  San  Paolino.  Abbiamo  la certezza che Dio è dalla parte dei giusti e dei deboli. Non dobbiamo più aver paura. Dobbiamo fare una scelta di campo. Non possiamo per sempre restare al bivio. L’identità cristiana è un’identità radicale. Non lasciamo in pace chi fa il male. Combattiamo in prima persona con la rinuncia a stili di vita non più sostenibili e alla scelta del consumismo che ci rende incapaci di compassione, con la denuncia, l’annuncio, la cultura, l’istruzione, la solidarietà, e per le comunità cristiane chiamate a presentare un’alternativa, lo stile della gratuità. E voi, delinquenti che state uccidendo le nostre città, ricordatevi che l’inferno in cui avete portato tanti vostri fratelli rende la vostra stessa vita infernale. Siete ricchi, ma siete vuoti. Siete potenti, ma siete  fragili.  La  vostra  condanna  sarà  un’eternità  di  solitudine. Un’eternità di nulla, di gelo. Convertitevi. Convertitevi e troverete la misericordia che non avete usato agli altri. Convertitevi e troverete le parole  per  rinascere.  Convertitevi,  saldate  i  vostri  debiti  con  la giustizia e rialzate la testa. Convertitevi, e riscoprite la serenità di poter guardare la vostra gente negli occhi.

Ci protegga San Paolino!

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