di Mariarosaria Alfieri
* criminologa, presidente associazione Criminalt
Lo scandalo del Monte Paschi di Siena….il processo per aggiotaggio di Parmalat….esempi nazionali di una criminalità economica spesso misconosciuta. Ma realtà del genere ci sfiorano quotidianamente e spesso neanche ce ne accorgiamo…o facciamo finta di non accorgercene?? L’assassino seriale, lo stupratore, lo stalker per tutti è un criminale. Colui che ruba, pone in essere frodi fiscali, inquina o copia marchi e brevetti è per tutti semplicemente un delinquente. Ecco, in ciò risiede l’errore maggiore. E’ la società e la percezione sociale dei diversi fenomeni criminosi che crea questo distinguo. La mancanza, spesso, di un rapporto diretto dell’autore del reato con la vittima e la difficoltà, di individuare una vittima specifica, sono fattori importanti nella valutazione sociale del reato. Un aspetto rivelatore del basso livello di reazione sociale e di censura sociale è l’uso frequente proprio dell’aggettivo disonesto, invece che criminale, nei confronti degli autori di questi reati: essi spesso non vengono stigmatizzati come delinquenti dalla collettività e non si considerano delinquenti .In realtà l’assassino cosi come il truffatore sono parimenti criminali, da punire in termini di repressione e da rieducare in termini di prevenzione. L’espressione criminalità dei colletti bianchi diventa celebre grazie a Sutherland, negli Stati Uniti, nel 1939. Il capo della General Motors aveva scritto un’ autobiografia con il titolo Autobiografia di un colletto bianco, dove riprendeva la distinzione americana tra colletti bianchi e colletti blu, dando ad intendere di essere un operaio, ma col colletto bianco. Sutherland riprende la dicotomia, rovesciando l’immagine fino ad allora prevalente e secondo la quale la criminalità era un problema dei ceti popolari. Il termine criminalità dei colletti bianchi è riferito prevalentemente alle impunità degli alti papaveri dell’economia, accusati di compiere crimini che sfuggono facilmente ai rigori della legge. Reati tipici di questo particolare tipo di criminalità sono la frode fiscale, la frode commerciale, e così via. La criminalità dei colletti bianchi è però assassina, sia nel senso che spesso le conseguenze dei reati sono devastanti non meno di quanto avviene con la violenza personale. Basti pensare al campo delle sofisticazioni alimentari o al traffico di rifiuti tossici: questo tipo di criminalità ha indubbiamente conseguenze assassine e per numeri elevati di persone. Mina la fiducia nelle leggi e nello Stato, distrugge la certezza del diritto e le motivazioni dell’agire morale. E’ assassina sia delle nostre vite sia della possibilità di stare insieme decentemente e umanamente. Tende naturalmente a nascondersi, a mimetizzarsi, a camuffarsi. Poiché la criminalità dei colletti bianchi è propria delle alte sfere della società (anche se poi si allarga socialmente e coinvolge un ampio numero di persone), questi reati vengono occultati in un’ampia gamma di modi. Chi detiene il potere ha i mezzi per tentare efficacemente di nascondere la propria criminosità oppure di presentarla sotto una falsa luce oppure di dare informazioni erronee oppure di minimizzare il senso di informazioni vere oppure di sopprimere la possibilità di diffusione e di circolazione di alcune informazioni. La criminalità dei colletti bianchi è misconosciuta e impunita. I motivi sono molteplici ed anche facilmente intuibili. Innanzitutto la possibilità di scoprire e provare questo tipo di crimine è in larga misura possibile soltanto ai poteri pubblici, che teoricamente hanno i mezzi per scalfire il muro di omertà, di connivenza. di protezione che circonda questo tipo di crimini. Gli stessi poteri pubblici sono però in larga misura connessi con le stesse persone che dovrebbero perseguire. La connessione contempla un grande numero di possibilità, che vanno dalle parentele vere e proprie alle parentele più efficaci in questo ambito: affari in comune, favori reciproci, divisioni di un bottino che spesso proviene dalla pingue mangiatoia della politica e dell’intervento pubblico. Del resto a differenza di reati che implicano una violenza personale e che possono derivare anche da un impulso incontrollato o da un’esecuzione solitaria, per la criminalità dei colletti bianchi è necessaria una premeditazione e una preparazione: collaborazione e copertura sono conseguenze immediate di questi reati, preparati ed eseguiti in larga maggioranza su base non individuale, sostenuti da un’organizzazione che non si scioglie dopo l’esecuzione di quel reato ma che sussiste per commettere altri reati dello stesso tipo. Questa organizzazione prende in attenta considerazione la copertura e la mistificazione del reato; la sua capacità di intimidazione è onnipresente dall’inizio alla fine del compimento del reato, in maniere subdole e devastanti perché includono l’intimidazione della vittima e degli organismi pubblici repressivi. A volte, la criminalità dei colletti bianchi ha caratteristiche e modalità di tipo mafioso. E’ mafia con i colletti bianchi, ma sempre mafia è.