giovedì, Novembre 21, 2024
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Ecomafie, alla Campania la maglia nera dell’illegalità ambientale

NAPOLI- E’ la Campania a guidare anche quest’anno la classifica dell’illegalita’ ambientale nel nostro paese: 4.777 le infrazioni accertate (il 14% di tutte quelle commesse a livello nazionale, in calo del 10,3% rispetto all’anno precedente), 3.394 persone denunciate e 34 gli arresti eseguiti. E il dato vale sia per il ciclo illegale del cemento sia per quello dei rifiuti. E’ quanto emerge dal rapporto ‘Ecomafie 2013’ di Legambiente: sul podio della poco lusinghiera ‘hit’ figurano anche la Sicilia (4.021 reati) e la Calabria (3.455), che si scambiano i posti rispetto al 2011, mentre Puglia (3.331) e Lazio (2.800) confermano rispettivamente la quarta e quinta posizione e la Toscana (2.524, il 15,4% in piu’) sale in sesta. Dopo la Sardegna, settima con 2.208 infrazioni accertate, vengono la Liguria (1.597 reati, +9,1% sul 2011, prima regione del nord), la Lombardia (1.390) e l’Emilia Romagna (1.035).
Fuori dalla “top ten”, nell’ordine, il Veneto (995, il 18,9% in piu’), l’Umbria (953, con ben quattro posizioni “guadagnate”), la Basilicata (952), l’Abruzzo (822), il Piemonte (799), il Friuli Venezia Giulia (769), le Marche (668), il Trentino Alto Adige (621), il Molise (358) e la Valle d’Aosta (appena 45).
Nel ciclo del cemento da segnalare il secondo posto della Puglia (che per numero di denunciati risulta essere la prima regione), la leadership tra le regioni del nord della Lombardia, la crescita esponenziale degli illeciti accertati in Trentino Alto Adige (quasi triplicati in un anno) e il balzo in avanti della Basilicata, che con 227 infrazioni sale al decimo posto (nel 2011 era quindicesima). Nel ciclo dei rifiuti spiccano invece l’incremento dei reati registrato in Puglia (+24%), al terzo posto dopo Campania e Calabria, e il quinto posto raggiunto dalla Sardegna. Anche in questa filiera illegale la provincia di Napoli e’ al primo posto in Italia, seguita da Vibo Valentia, dove si registra un + 120% di reati accertati rispetto al 2011.

Fonte Agi

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