di Bianca Bianco
CICCIANO- La pioggia ferma Giuseppe Tarantino sul più bello, ma non spegne le micce preparate contro l’avversario Raffaele Arvonio. Ieri sera, presso il Rione Gescal di Cicciano, è andato in scena il penultimo comizio della lista “Uniti per Cicciano” (stasera in piazza Mazzini quello conclusivo, insieme a quello di “Paese Futuro” di Arvonio). Un comizio infiammato dal discorso conclusivo del candidato sindaco, che non ha risparmiato bordate a quello che ha ironicamente chiamato “Sant’Arvonio” ricordando quanto avvenuto durante i festeggiamenti per la Madonna degli Angeli: “Immagini elettorali con la sua faccia piazzate su ogni luminaria, una vergogna. Sembrava la festa di Sant’Arvonio, cari avversari nessuno vi ha mai detto “scherza coi fanti ma lascia stare i santi”?”. Non è stata l’unica frecciata al contendente: “Ci hanno criticato dal palco perché godiamo dell’appoggio di parlamentari. A me viene in mente la favola della volpe e dell’uva, evidentemente anche per loro l’uva è acerba perché non riescono ad arrivarci”. Poi strali sull’esperienza di Arvonio da sindaco: “Cà nisciuno è fesso, caro Arvonio. Tu il sindaco lo hai già fatto e sei stato il simbolo del non fare”. L’immagine dell’immobilismo di Arvonio, ha detto Tarantino, è la carcassa di una tv lasciata fuori una scuola cittadina da 4 anni e che nessuno rimuove: “La porterò via io, da sindaco, il 28 mattina”. Colpi su colpi anche contro gli altri candidati: “Ce n’è stato uno che ha detto che ha fatto togliere l’amianto dal rione Iacp, non si attribuisca meriti che non ha perché quell’impegno l’ha assolto Carmine Duraccio del Movimento, un nostro sostenitore”. Il Rione Gescal, ha poi spiegato, sarà al centro dei suoi impegni di sindaco: “Voi residenti non dovrete più chiedere niente, saremo noi a rispettare i vostri diritti come in passato non è stato fatto”. Pulizia, verde, lavoro: queste le parole d’ordine per i cittadini del rione Iacp nel programma di “Uniti per Cicciano”: “Saremo una squadra in dialogo con i ciccianesi, non una casta” ha assicurato Tarantino che ha poi elencato alcuni dei punti da realizzare nei primi 100 giorni di mandato, tra cui la delocalizzazione dell’Anagrafe e di altri servizi proprio presso il quartiere popolare. Il discorso di Tarantino è stato poi interrotto dalla pioggia. Prima di lui sul palco erano saliti Aniello Miele (che ha fatto gli onori di casa, essendo residente nella Gescal), Angelo Arvonio e Lucio Amato. Miele ha assicurato un impegno per il suo quartiere, fatto di nuovi servizi e lotta alla disoccupazione. Angelo Arvonio ha attaccato duramente gli avversari: “Dicono che hanno pulito i regi lagni, si ammantano di meriti che non hanno e non possono avere, le loro sono delle bufale”. Lucio Amato ha iniziato con un mea culpa: “Sono stato un amministratore per 7 anni, alcuni di voi mi hanno rimproverato per quanto le precedenti amministrazioni non hanno fatto. Hanno ragione, questa però è la volta decisiva, abbiamo l’obbligo di garantire una amministrazione duratura. Qui alla Gescal non avete bisogno di chiedere, anche per l’alto senso civico che dimostrate, ma vi daremo risposte concrete sui problemi del rione”. Poi annuncia: “Questa è la mia ultima volta, perché dopo sette anni bisogna lasciare il passo”.
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