di Bianca Bianco

CICCIANO- L’ultimo round della sfida elettorale si è giocato in piazza Mazzini, il primo a salire sul ring Giuseppe Tarantino di “Uniti per Cicciano”. La metafora è azzeccata perché dal palco Tarantino ed Arvonio se le sono suonate, in un confronto forse per la prima volta acceso dopo una serie di comizi pacati. “Arvonio ci ha provato a mascherarsi- il primo gancio sferrato da Peppe Tarantino-, vuole far credere di essere il principe del paese futuro. Ma quale paese? E quale futuro? Arvonio, tu hai fallito. Punto”. Per Tarantino “è il passato che boccia Arvonio, perché il passato non è una terra straniera, e tu non puoi proporti come futuro”. Poi il diretto sferrato sui 18 mesi di amministrazione che hanno visto il suo contendente svolgere il ruolo di sindaco: “I tuoi 18 mesi di amministrazione hanno provocato solo risse e divisioni tra i tuoi candidati, quelli che tu ora chiami volponi. La verità è che la nostra non è una banda, è la tua una banda musicale in cui il presunto maestro ha perso la bacchetta e suona note stonate. Noi abbiamo uno spartito, voi siete novellini senza programma”. “Ora non sei nella posizione di fare promesse- ha ancora detto Tarantino dal palco- visto che in 18 mesi non hai eseguito neanche un piccolo punto del programma, nemmeno quello relativo al sito web, neanche se ti servisse Steve Jobs per farlo. Dopo questi disastri, te ne sei andato annunciando le dimissioni e proponendoti contemporaneamente come uomo del futuro. Ma ti ripeto, il passato non è una terra straniera, caro Arvonio hai già dato ed hai dato male”. Prima di lui sul palco sono scesi anche le candidate (Felicia Delle Cave, Anna Sirignano, Teresa Genovese, Carmela De Riggi), poi Angelo Arvonio, Aniello Capolongo, Lucio Amato, Giovanni Capolongo. Questi tre, i ‘pezzi da novanta’ della lista, non hanno risparmiato botte da orbi nei confronti dell’altra compagine. Più sobrio Aniello Capolongo che cita De Gasperi e dice ai competitor: “Siete dalla parte sbagliata della storia, siete dalla parte di chi è caduto nella sua stessa rete di chi vive di millanteria e cerca di accaparrare il voto meschinamente”. “Sfilano la corona” Lucio Amato e Giovanni Capolongo. Il primo definisce Arvonio “il caos”: “Lo hai creato, il caos, quando eri sindaco. Ed adesso è sotto gli occhi di tutti, hai fatto una lista all’ultimo minuto, poi hai chiesto il salvagente ad Alberto Occhipinti. Ma sappi che Occhipinti non crede nei tuoi progetti, perché tu non mantieni le promesse, e non le mantieni neanche con la cittadinanza”. Giovanni Capolongo evoca il fantasma di Giuseppe Caccavale, già sindaco di Cicciano, deus ex machina della politica locale da quindici anni, grande assente a queste elezioni: “Questa è una bella campagna elettorale perché siamo liberi dai condizionamenti di un uomo che per quindici anni è stato il nesso comune tra molti di noi, e che ha impedito di governare allo stesso Arvonio. Ora siamo tutti liberi da quella presenza, almeno noi, lo dimostri anche “Paese Futuro” che non vuole più quel personaggio che ha buttato via il futuro di Cicciano e la classe dirigente. Noi di “Uniti per Cicciano” siamo liberi, e faremo una rivoluzione”.