PALERMO- Le Navi della legalità ‘Giovanni Falcone e Paolo Borsellino’ sono sbarcate al porto di Palermo provenienti rispettivamente da Civitavecchia e Napoli. Una grande folla di giovani palermitani ha accolto i circa 3 mila tra studenti e professori accompagnatori giunti a bordo delle due navi.
Abbiamo vinto la sfida del meteo, siamo qui insieme a voi. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha salutato così i ragazzi siciliani che hanno accolto con uno sventolio di bandierine tricolore e con le note dell’Inno di Mameli i coetanei arrivati da tutta Italia nel capoluogo siciliano per il 21/mo anniversario delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Sul palco dopo di lui ha preso la parola anche Don Ciotti imbarcato sulla Nave proveniente da Napoli per esortare tutti a tenere viva la memoria dei due magistrati e di tutte le vittime della mafia.
Il presidente del Senato, Pietro Grasso, è giunto a Palermo per le celebrazioni del XXI anniversario della strage di Capaci su una delle navi che hanno portato in Sicilia scolaresche di tutta Italia. Giunto all’aula bunker, Grasso è stato ricevuto dalla sorella del giudice Falcone, Maria, e ai giornalisti che gli chiedevano se da presidente del Senato fosse diversa la partecipazione a questa iniziativa annuale, Grasso ha risposto: “é la stessa emozione di sempre. La mia nuova funzione non può cambiarla”. Grasso ha poi sottolineato l’importanza per i giovani della partecipazione alle celebrazioni del 23 maggio. “Sono ormai 21 anni che i giovani vengono a Palermo per questa iniziativa – ha sottolineato Grasso – e mi capita di incontrare giovani ormai laureati che mi dicono come questa giornata abbia lasciato loro un segno indelebile”.
“Sarebbe stato bello se Giovanni e Paolo avessero avuto questa compagnia in vita”. Si è rivolto così Nando Dalla Chiesa agli studenti palermitani e a quello arrivati da tutta Italia a Palermo per l’anniversario delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. E rivolgendosi a Maria Falcone, che gli aveva ceduto la parola, l’ha chiamata professoressa, perché, ha spiegato, “voglio valorizzare il ruolo della scuola”.
Maria Falcone, sorella del magistrato vittima della strage di Capaci, tiene a precisare di avere “sempre avuto fiducia nei magistrati”, essendo però consapevole che loro hanno bisogno di avere riscontri giudiziari nelle loro indagini e che quindi non possono cercare un’astratta verità. “Io spero – ha quindi aggiunto Maria Falcone – che presto ci sia qualcuno che ci dica tutta la verità. Anche Toto Riina, chissà…”.
“L’intuizione fondamentale che ebbe Giovanni Falcone fu quella che per colpire realmente i mafiosi occorresse aggredire i loro soldi ed oggi le sue idee sono leggi dello Stato che hanno dato straordinari risultati”. Così il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, intervistato da Uno Mattina, ricorda il magistrato nell’anniversario della strage di Capaci. “Il mafioso – ha sottolineato Alfano – è un imprenditore criminale che nel rischio di impresa mette in conto la possibilità di perdere la libertà, ma non i propri soldi. L’intuizione di Falcone fu quindi quella di puntare ad aggredire il patrimonio dei mafiosi per indebolirli”. Falcone, ha proseguito il ministro, “diceva anche che gli uomini passano ma le idee restano e camminano sulle gambe di altri uomini. Così è stato per le intuizioni di Falcone: oggi abbiamo un conto corrente statale (il Fondo unico di giustizia) dove confluiscono i soldi sequestrati alla criminalità organizzata e vengono poi assegnati ai ministeri della Giustizia e dell’Interno. Dunque – ha aggiunto – i soldi della mafia vengono usati contro la mafia”. Oggi, ha detto ancora il titolare del Viminale, “abbiamo la legislazione contro la mafia più avanzata del mondo ed apprezzata da tutti i paesi, ma la mafia si evolve e forse in futuro ci sarà la necessità di aggiornamenti legislativi”.
“L’Italia fu ferocemente colpita nelle persone di suoi servitori eccezionali, di grandi magistrati, di autentici eroi che sacrificarono la loro vita a difesa della legalità e della democrazia. La battaglia e l’esempio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino diedero i loro frutti”.E’ quanto sottolinea il presidente Giorgio Napolitano in un messaggio inviato a Maria Falcone, Presidente della Fondazione “Giovanni e Francesca Falcone” in occasione del XXI anniversario della strage di Capaci.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del 21° anniversario della strage di Capaci, ha inviato alla professoressa Maria Falcone, Presidente della Fondazione “Giovanni e Francesca Falcone”, il seguente messaggio: “Le immagini dello spietato agguato restano indelebili nella memoria degli italiani, rinnovando l’angoscia di quel giorno e il ricordo commosso del sacrificio di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e degli agenti Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, addetti alla loro tutela. L’attentato, replicato a distanza di poco più di un mese da quello in cui persero la vita Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, rappresentò uno dei momenti di massima violenza eversiva dell’attacco della mafia allo Stato. L’Italia fu ferocemente colpita nelle persone di suoi servitori eccezionali, di grandi magistrati, di autentici eroi che sacrificarono la loro vita a difesa della legalità e della democrazia. La battaglia e l’esempio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino diedero i loro frutti. Le indagini e gli interventi della Magistratura e delle Forze dell’ordine consentirono di contrastare con ancora maggiore efficacia vecchie e nuove forme di penetrazione e aggressione criminale. L’impegno prosegue instancabilmente con rinnovati successi e vede unite le forze politiche e sociali. Così come – e l’ho ricordato un anno fa a Palermo – prosegue l’impegno di perpetuare nel ricordo riconoscente i percorsi umani e professionali di coloro che sono caduti vittima del brutale attacco delle mafie. In questo contesto la mobilitazione di coscienze e di energie – promossa dalla Fondazione nel nome di Giovanni e Francesca Falcone e testimoniata dagli studenti che arrivano a Palermo a bordo delle navi della legalità – costituisce un contributo prezioso, divenuto ormai insostituibile, per la diffusione della cultura della legalità tra le generazioni più giovani. Ai partecipanti al convegno e ai ragazzi, il cui entusiasmo suscita speranza e fiducia, vanno il mio affettuoso saluto e il più fervido augurio di buon lavoro. A lei, cara Presidente e a tutti i famigliari, i sentimenti di gratitudine e di solidarietà del Paese”.