BATTIPAGLIA- Blitz della Direzione investigativa antimafia, col supporto dei carabinieri, tra le province di Napoli, Salerno, Avellino, Caserta. Cinque le persone indagate raggiunte da ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Salerno, oltre al decreto di sequestro di azienda. I) cinque sono indagati a vario titolo, per corruzione aggravata, abuso d’ufficio, turbativa d’asta, concussione ed intestazione fittizia di beni. Secondo quanto emerso dalle indagini, il clan dei Casalesi avrebbe avuto cospicui interessi sugli appalti del Comune di Battipaglia, nel Salernitano, tra il 2009 ed il 2011. “Strettissimi” sostengono i magistrati i rapporti tra il sindaco della cittadina cilentana, Raffaele Santomauro, i tecnici comunali che erano impegnati nei lavori di completamemto della Casa comunale (opere edili ed impianti tecnologici) e nella messa in sicurezza di un incrocio, ed i presunti appartenenti al sodalizio casertano che si sarebbero irregolarmente aggiudicati appalti per oltre 5 milioni di euro.
In base alle indagini, è emerso che la commessa pubblica sarebbe stata aggiudicata con un ribasso del 34% rispetto al prezzo di gara; la ditta aggiudicataria è poi fallita, facendo subentrare, attraverso subappalti non autorizzati e una cessione di ramo d’azienda, due società diverse ma sempre controllate dai casalesi attraverso la famiglia Madonna.
I lavori sarebbero stati quindi ottenuti in maniera pilotata, ed il sindaco Santomauro avrebbe ottenuto in cambio l’assunzione di alcuni operai nei cantieri “paventando finanche – si legge nella nota diffusa dalla Procura di Salerno- di non autorizzare i pagamenti delle commesse fino ad allora eseguite. Tutto ciò avveniva anche con l’aiuto ed il contributo di due tecnici dell’ Area Operativa Tecnico Territoriale”. I due tecnici avrebbero ottenuto tangenti per sbloccare i pagamenti e condizionare le procedure di gara.
Un altro filone di indagine, venuto fuori grazie ad intercettazioni telefoniche ed ambientali negli uffici, riguarderebbe casi presunti casi di concussione sessuale da parte del sindaco nei confronti di due cittadine battipagliesi, separate e con figli “indotte a sottostare alle sue concupiscenze sessuali, in cambio di un interessamento a trovare loro un lavoro o garantire loro contributi comunali”.