giovedì, Dicembre 26, 2024
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Arancia meccanica per controllare lo spaccio: 9 arresti dei carabinieri

MONDRAGONE- Nelle prime ore della mattinata, nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Napoli- Direzione Distrettuale Antimafia, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Mondragone hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, con la misura coercitiva del carcere, emessa dall’Ufficio GIP presso il Tribunale diNapoli, nei confronti di 9 indagati, gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso armata e finalizzata alla commissione di vari delitti: tentato omicidio, estorsioni, traffico di sostanze stupefacenti, atti intimidatori con danneggiamenti, riciclaggio e traffico di armi. L’attività investigativa – avviata nell’ottobre del 2011 e espletata anche attraverso intercettazioni telefoniche e verifiche dirette a riscontro delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, già affiliati al locale clan camorristico – ha permesso di raccogliere importanti elementi indiziari in ordine a gravissimi episodi criminali verificatisi negli ultimi anni nel comune di Mondragone e nella provincia di Caserta. Si era infatto costiutito all’interno del clan egemone della zona, un vero e proprio gruppo armato, costituito da giovanissimi senza scrupoli che operavano utilizzando motoveicoli di grossa cilindrata. Tra i fatti di maggior allarme e gravità ad essi ascritti il tentato omicidio e il ferimento di due ragazzi nativi di Mondragone, utilizzati da un gruppo emergente all’interno del clan per lo spaccio di cocaina. Tali fatti si inseriscono, in particolare, in una vera e propria faida scoppiata per il controllo delle piazze di spaccio nella zona e cessata grazie all’arresto dei capi della fazione emergente operato dai Carabinieri di Mondragone. Si tratta di veri a propri atti intimidatori, ordinati dal clan per punire quanti non si piegavano alla sua volontà. E, ancora, vere e proprie spedizioni punitive eseguite anche fuori dal comune di Mondragone, come il ferimento di un uomo di Recale eseguito per fare un piacere ad un amico del clan e il violento danneggiamento di un bar, all’interno del quale sono stati esplosi numerosi colpi di pistola. Nel corso delle indagini sono state rinvenute numerose armi utilizzate e a disposizione del clan – tra cui mitragliatori, fucili a pompa, pistole – oltre a varie munizioni. E’ ancora una volta il mercato della droga, insieme alle estorsioni raccolte sul territorio dalle attività commerciali, a portare nelle casse del clan la maggior parte degli introiti. A raggiungere Mondragone per acquistare droga sono giovani e giovanissimi anche dal vicino basso Lazio. Ognuna delle piazze di spaccio – divise a seconda del tipo di sostanza stupefacente smerciata – ha un suo referente, una zona dove vendere e un nutrito numero di pusher. I vari gruppi sono ben organizzati; in caso di arresto del singolo spacciatore è già pronta una riserva per la sostituzione. Sono stati accertati anche episodi di probabile motivazione etnica, che vedono il gruppo criminale indiziato di aver dato alle fiamme numerose autovetture in uso a ragazzi bulgari del luogo, accusati ingiustamente di aver rubato della sostanza stupefacente all’organizzazione.

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