di Bianca Bianco
CICCIANO- Scene da un party per Raffaele Arvonio di “Paese Futuro” che viene accolto sul palco insieme ai suoi candidati in un tripudio di palloncini arancioni e verdi e di bandiere. Musica a palla per una coreografia festosa e chiassosa da curva b, ma il discorso del candidato a sindaco è stato tutto meno che una festa per gli avversari. Il biologo 29enne ha chiesto ai suoi candidati che avrebbero dovuto prendere la parola di potere parlare da solo, così ha intrattenuto il pubblico con un discorso a tratti programmatico, ma soprattutto diretto al suo contendente Tarantino. “La nostra è una lista che nasce da lontano, con un programma vero. Quelli di “Uniti per Cicciano” invece già sono stati imbrogliati visto che il loro programma è copiato da quello di Galasso di due anni fa. Sono scivolati sul programma che è la cosa essenziale in una lista, si vede che pensavano ad altro”. Poi l’escalation di accuse agli avversari, Arvonio sale anche lui sul ring: “Faccio un plauso ai miei avversari che hanno deciso di risolvere il problema della disoccupazione martedì mattina, dopo le elezioni. Millantano di posti di lavoro all’asl, negli istituti di vigilanza, ed hanno promesso pure fondi del terremoto e rimborsi per militari..Cari ciccianesi, svegliatevi”. Poi la parte clou del comizio, Arvonio scioglie l’enigma delle sue dimissioni su cui più volte gli avversari lo hanno chiamato a dare risposte: “Sono stato un sindaco che non ha potuto governare a causa dei continui condizionamenti, sia sulla scelta degli assessori, che del segretario, dello staff. Ho dovuto operare con giunte bloccate o rallentate. Le ragioni del mio gesto le ho spiegate anche al procuratore Mancuso, ora spiegateci voi perché altre due amministrazioni prima della mia si sono sciolte”. Poi il ‘mea culpa’: “Quando mi sono candidato a sindaco la prima volta mancavo di legittimazione, accettai perché mi sentito orgoglioso e non immaginavo che i miei candidati già fossero divisi. Loro non mi riconoscevano il ruolo di sindaco. Ed è proprio quello che sta accadendo a Giuseppe Tarantino, legittimato 48 ore prima della presentazione della lista e ora a capo di una compagine con candidati che non si parlavano da dieci anni e che si sono pure querelati. La loro bramosia ha demolito Cicciano. Sono delle belve con cui ho avuto a che fare due anni fa”. “Io avrei rassegnato le dimissioni due giorni dopo essere stato eletto- ricorda ancora il candidato di “Paese futuro”- ma ho agito per dignità, sperando e credendo di fare la cosa giusta. Poi ho deciso di lasciare perché nella vita io avrò sempre la schiena dritta e guardare tutti negli occhi”. Basta coi ricatti, coi compromessi, coi mezzucci, basta con le maschere, chiede Arvonio che attacca ancora: “I miei candidati mi hanno legittimato come sindaco, dall’altra parte ci sono quattro pseudosindaci, i due Capilongo, Amato, Iavarone): chi sarà il vero sindaco, loro o Tarantino? Noi ne abbiamo solo uno, e sono io”. “Mi spiace per Peppe Tarantino, ci sono troppi galli in quel pollaio, gente che ci definisce inesperti ma può darci ripetizione solo perché conosce benissimo come funzionano l’ufficio di ragioneria e l’ufficio tecnico”. Poi conclude: “Io ho la coscienza pulita”.